Cosa fare per smettere di sentirsi sbagliati quando ci si trova in una dinamica di relazione tossica?
In queste situazioni, purtroppo molto frequenti, si rischia di sprofondare nella sofferenza e di provare emozioni come rabbia, sensi di colpa e senso di inadeguatezza nei confronti del partner. Emozioni così forti e travolgenti da far sentire impotenti e bloccati.
Tutti i tentativi che si fanno per uscire da queste dinamiche sembrano non funzionare e più si cerca di liberarsene e più ci si ritrova incastrati nel problema, fino a credere di essere sbagliati davvero. Non ci si sente capiti dall’altro e il rischio è di sentirsi soli.
Cosa fare per ritrovare se stessi e riconquistare la propria autostima?
Per rispondere a questa domanda non c’è nulla di più potente della storia di chi è riuscito a farlo. Una storia, quella di Cristina, capace di toccare il cuore. Una situazione, la sua, in cui in tanti si possono ritrovare e da cui è necessario tirarsi fuori se si vuole essere felici.
Così inizia la sua storia…
“Mi sentivo persa. Non mi riconoscevo più.
Sopraffatta dalla mia emotività, non mi sentivo all’altezza. Avevo finito per credere di essere sbagliata. Avevo perso la mia strada. Guardando le mie foto vedevo il mio sguardo triste, spento. Fino a quando ho toccato il fondo. Così ho chiesto aiuto.”
Con queste parole mi descrive la sofferenza che la stava bloccando.
“Sono sposata con un uomo egoista” mi dice, in lacrime, al nostro primo incontro.
“Mi ha fatto mettere in secondo piano, non ho nessun potere decisionale, mi dice continuamente “tu non capisci”, “sei esagerata”. Lavoriamo insieme da 20 anni e anche sul lavoro la colpa ricade sempre su di me”.
Cristina mi racconta di essere sempre stata una persona piena di passioni, capace di raggiungere grandi obiettivi anche nel suo lavoro. Adesso, a 47 anni, quella parte di sé sembrava essersi affievolita, spenta.
Mentre ne parla, tutte le sue parole sono rivolte al marito, un uomo che descrive come “molto potente, un imprenditore sicuro di sé, autonomo, freddo, egoista”. Con cui mi dice di aver provato a parlare più volte per risolvere la situazione, trovando di fronte a sé “soltanto un muro”.
Ma non era quello il vero problema. E quella non era la strada.
Come sbloccarsi dal senso di inadeguatezza
La invito a portare lo sguardo su di lei. Per farlo, le chiedo qual era il suo vero desiderio. Le ho domandato cosa sarebbe dovuto succedere per farle dire “grazie per avermi aiutato”.
Le chiedo di descrivermi la Cristina che desiderava diventare alla fine del percorso insieme. Perché quella e solo quella sarebbe stata la meta. Non cambiare suo marito, non aspettarsi gesti o dimostrazioni da parte sua. Quello era lo spazio solo per lei. Il resto sarebbe stato solo una piacevole conseguenza.
Non è l’esterno che dobbiamo cambiare. Sarebbe una lotta inutile. È quello che accade dentro che ha il potere di cambiare le cose.
Spostare lo sguardo. Questo è stato il primo punto di svolta.
Perché se sei alla guida vai proprio nella direzione in cui stai guardando. Se distogli lo sguardo vai fuori strada. E la tua direzione non sono gli altri, il marito, i figli, il ruolo che interpreti nelle varie situazioni della tua vita. L’unica direzione sei TU. Ritrovare la strada significa far emergere la tua vera natura, la tua parte più libera e spontanea.
Ritrovare la propria strada per smettere di sentirsi sbagliati
Come vuoi diventare?
Questa è stata la mia domanda.
Ancora con le lacrime sul volto ma con una voce più determinata e ferma, mi descrive una Cristina finalmente libera di esprimersi, che non ha paura di essere giudicata. Una persona sicura di sé, che sa di essere sulla strada giusta perché capace di ascoltarsi senza farsi condizionare dalle opinioni degli altri. Che ha imparato a lasciare andare sensi di colpa che spesso accompagnano le sue giornate lavorative e personali.
Mi parla di una Cristina che si prende cura di sé e che non si sforza di mantenere un falso equilibrio. Una donna che ha smesso di reprimere i suoi stessi bisogni per accontentare gli altri. Una persona che viene trattata con gentilezza e rispetto perché non accetta più di essere trattata diversamente.
Per smettere di sentirsi sbagliati in una relazione c’é bisogno di trovare un nuovo equilibrio. Un nuovo senso di completezza.
Integrare i lati ombra per smettere di sentirsi sbagliati
Per ritrovare il proprio centro bisogna allenarsi a vedere oltre. E leggere la relazione nella sua simbologia profonda.
Occorre chiedersi: qual è il senso di questa esperienza?
Cosa vuole insegnarmi la vita attraverso questa relazione?
Dove ho bisogno di portare equilibrio dentro di me?
Ecco perché il secondo punto di svolta del percorso di Cristina è stato prendere consapevolezza dei suoi lati ombra. Quelli che suo marito “un uomo molto potente, un imprenditore sicuro di sé, freddo, egoista”, stava mettendo in luce.
Quella freddezza che lei aveva escluso, ma senza la quale l’emotività diventava sempre più travolgente. Quell’egoismo che lei stessa mi dice di aver sacrificato “per troppo tempo”, annullandosi per gli altri.
Ogni caratteristica se non è integrata con il suo opposto porta allo squilibrio. Allora succede che quella “parte mancante” ci chiama. Così finiamo per incontrarla all’esterno di noi, nell’altro. E più l’abbiamo rifiutata, esclusa e più si manifesterà con forza, fino al suo eccesso.
Liberarsi dai pesi emotivi ti aiuta a rinascere
Bisognava svuotare il carico emotivo di rabbia e delusione che la stava opprimendo. Così, le suggerisco un esercizio per lasciar andare. Quando la rivedo, con il volto disteso e sorridente, mi dice di sentirsi più serena come svuotata a livello emozionale.
“Adesso che mi sto facendo attraversare dal dolore sento che mi sto rinnovando. Mi sento più lucida, ho meno sensi di colpa”
Con il sorriso e l’entusiasmo ritrovato, soddisfatta dei primi risultati che stava ottenendo già dai primi incontri, mi dice di aver seguito anche la visualizzazione guidata che ho condiviso nel Webinar Il Potere Curativo delle Immagini Interiori (che adesso è accessibile all’interno del percorso Serenità Emotiva). Così le lascio qualche indicazione aggiuntiva per personalizzare la pratica.
A quel punto il suo cambiamento si espande e si consolida. Così, un passo dopo l’altro, anche all’esterno iniziava a trasparire una nuova forza e una sicurezza che non avevano bisogno di parole per farsi sentire.
“Affronto diversamente le critiche e adesso è mio marito che sembra inquieto, come se fosse spiazzato dal mio cambiamento. Ho smesso di giustificarmi, di dare spiegazioni quando so di avere ragione, le mie reazioni sono cambiate”.
Qualcosa di inaspettato stava accadendo…
Lui è sempre lo stesso uomo. Lei vive sempre nella stessa casa. Eppure qualcosa si stava già trasformando:
“In questi giorni è stato lui per la prima volta in 20 anni ad avvicinarsi a me per parlare. Le sue critiche sono diminuite e il suo tono è cambiato perché io ho smesso di avere un atteggiamento remissivo, mi sento più forte”.
E lei, che prima avrebbe fatto carte false per ottenere la sua attenzione. Adesso che aveva smesso di sentirsi sbagliata e di insistere, di fronte a lui sentiva un senso di distacco e di “freddezza”.
Proprio la freddezza (quel suo lato che era rimasto in ombra per troppo tempo) in quel momento la stava proteggendo da una relazione da cui sentiva di doversi allontanare.
Quando il cambiamento arriva da dentro non si percepisce sforzo. Tutto avviene in modo spontaneo e naturale.
Per smettere di sentirsi sbagliati bisogna ritrovare se stessi
Ecco come descrive la sua trasformazione:
“Adesso mi rispetto, mi do’ valore. Considero me il centro della mia felicità senza alcuna delega. Ho capito che la pace interiore esiste ma la raggiungiamo solo se accogliamo le emozioni e le lasciamo fluire.”
La sua vita si sta già arricchendo di nuovi stimoli e nuove consapevolezze, il suo cambiamento diventa sempre più visibile anche per gli altri.
“Adesso riesco a mostrarmi per come sono senza giudicarmi. Riesco ad aprirmi alle persone che vedo allineate a me. Le mie relazioni sono migliorate: scelgo con cura chi lasciar entrare “nel mio giardino”. Riesco ad ascoltare di più e a non mettermi sulla difensiva.”
Finalmente ha incontrato quella Cristina che era già dentro di lei e che aveva solo bisogno di essere liberata.
Affidarsi all’anima per uscire dalle difficoltà
Ogni blocco di pietra ha al suo interno una statua ed è compito dello scultore liberarla togliendo la materia inutile che la circonda. Così la pensava Michelangelo.
Si definiva l’artista “del levare” e non “del mettere”, il blocco di marmo andava scolpito affinché potesse liberare la statua che vi era imprigionata dentro. Questo dovrebbe essere il ruolo del terapeuta: liberare un’anima da ciò che la opprime.
Quel “marmo inutile” sono i nostri condizionamenti, gli atteggiamenti, le credenze, le paure e i blocchi che ci impediscono di essere chi siamo davvero. Smettere di sentirsi sbagliati significa anche smettere di riempirsi di critiche, o di recitare il ruolo di vittima, liberandosi da quelle convinzioni limitanti che finiscono per bloccare.
La nostra anima non ama i ruoli che gli affibbiamo, non ama i condizionamenti. Per questo si ribella. Quella luce che si era spenta in lei era l’urlo silenzioso della sua anima che le chiedeva aiuto, le chiedeva di essere ritrovata.
A volte basta smettere di fare quello che non sta funzionando. Come uno scultore, bisogna togliere, invece di aggiungere, per arrivare al proprio centro. Per tirare fuori la propria immagine. Così dovrebbe essere un percorso di psicoterapia.
Per questo la soluzione non può essere ricevere istruzioni su “cosa fare o cosa dire” per cambiare le cose. Perché sarebbe solo una finzione e il suo effetto avrebbe la stessa durata di una scritta sulla sabbia. Non era questo che avrebbe aiutato Cristina ad ottenere dal marito il rispetto che sentiva di meritare.
Smettere di accusare gli altri e avere il coraggio di guardarsi dentro
“Quando pensi di aver toccato il fondo, che possa essere impossibile risalire, è lì che ho capito che da sola non potevo farcela e che era giunto il momento di chiedere aiuto a chi poteva aiutarmi, in modo serio e professionale.
Avevo paura a farlo. Quello che mi bloccava era la paura di essere giudicata.
Poi non è stato così, non mi sono mai sentita giudicata, già dal primo incontro nonostante piangessi a dirotto mi sono sentita accolta. Il modo in cui Silvia si rivolgeva a me, anche in quei momenti, mi ha fatto capire qual era il modo giusto di relazionarmi a me stessa. Vedevo in lei quell’equilibrio che anche io avrei voluto raggiungere.”
Per essere liberi occorre lasciar andare il passato, i rancori, le accuse. Solo così avviene la rinascita. Questa consapevolezza le ha donato una nuova forza.
“Ho capito che dovevo smettere di accusare gli altri e pensare a me. Parlavo di egoismo quando invece io non ero in grado di coltivare il mio sano egoismo. La verità è che la nostra felicità dipende solo da noi stessi e la più grande debolezza è cercarla altrove.”
Devo dirti che le sue parole mi hanno emozionato. Rivivo il percorso fatto insieme, rivedo il suo viso in lacrime del primo incontro e il suo sguardo diventare sempre più luminoso fino brillare di nuovo. Per me è un onore poter accompagnare un’anima in questo meraviglioso viaggio alla scoperta di se stessa.
Durante il percorso Cristina ha avuto il coraggio di immergersi nel proprio dolore e da lì trovare la spinta per rinascere come un fiore di loto che emerge dal fango e sboccia.
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Per approfondire…
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