Cos’è il kintsugi e come può aiutarti a guarire le ferite emotive
Il Kintsugi è un’antica pratica giapponese che consiste nel riparare un oggetto in ceramica che, dopo essersi infranto, viene ricostruito attraverso l’utilizzo di oro o argento liquido. Il risultato è un intreccio unico e irripetibile di venature dorate che lo impreziosiscono, donando nuova vita e bellezza all’oggetto.
Questa antica arte orientale rappresenta l’espressione più poetica del concetto di resilienza, la capacità di rialzarsi più forti dopo un dolore, un insuccesso, una perdita, un momento difficile.
Dietro questo rituale di riversare l’oro nelle crepe si cela un grande insegnamento: il Kintsugi rappresenta una metafora potente che può aiutare a guardare in modo costruttivo le ferite dell’anima. In altre parole ci spiega come superare le esperienze dolorose, le sfide che la vita inevitabilmente pone sul nostro cammino, guardandole come preziose opportunità.
L’arte del Kintsugi dell’Anima, quindi, è il gesto d’amore di rimettere insieme i pezzi dopo una rottura emotiva e, con pazienza, ricostruirsi e rinascere.
La rottura, quindi, non rappresenta una fine, ma la possibilità di un nuovo inizio. Allo stesso modo, un oggetto che si rompe non perde valore ma diviene ancora più prezioso.
In questo approfondimento vediamo come applicare l’arte del Kintsugi dell’Anima per risanare le ferite emotive con l’oro della consapevolezza.
Come rinascere dopo un dolore emotivo
Come dico sempre, per poter superare una difficoltà emotiva è fondamentale cambiare sguardo.
Considerare i momenti difficili come delle disgrazie non aiuta a trovare una via di uscita e non permette alle ferite emotive di risanarsi. Rifugiarsi nella lamentela è sicuramente più facile ma rischia di bloccare nel dolore, aggravando ancora di più la sofferenza.
Per guarire le ferite dell’anima bisogna farsi da parte, evitare di approcciarsi alle emozioni con la razionalità, per non interferire con le naturali risorse di autoguarigione che la nostra interiorità è sempre pronta a far emergere.
Il problema infatti, è che la nostra mente vuole restare aggrappata al passato, rifiuta il cambiamento perché ha paura di perdere le sue certezze illusorie. Così i pensieri e i ragionamenti rischiano di inquinare l’anima e causare ancora più dolore. Si finisce per tormentarsi con domande tossiche che rischiano di risucchiare in una spirale di sofferenza, senza via di uscita.
Per questo è necessario cambiare sguardo, aprirsi ad una visione più ampia, per non restare intrappolati nella sofferenza. Perché se il dolore appartiene all’anima, ed è naturale, la sofferenza appartiene alla mente.
Cambiare prospettiva significa, invece, vedere le esperienze dolorose come delle preziose opportunità, guardarle come tappe fondamentali del proprio percorso evolutivo. È proprio questo nuovo sguardo che può donarti nuove energie per superarle in modo costruttivo.
Le esperienze dolorose e il loro dono evolutivo
Ecco che da questa prospettiva, le esperienze dolorose diventano delle “rotture”, delle crepe da cui può infiltrarsi la luce, quindi, l’oro della consapevolezza.
Rompersi, significa rompere con ciò che eri prima e rinascere a un nuovo modo di essere, più funzionale e più evoluto.
L’oro rappresenta le tue risorse inespresse, i talenti e le abilità interiori, che senza quelle ferite, non avresti potuto attivare.
Quei momenti, quindi, sono lì per te, per favorire la tua evoluzione, per far risaltare la tua unicità. L’oro, che si riversa in quelle ferite, infatti, contribuisce a far brillare e risaltare la tua bellezza interiore.
Gli eventi sono la voce del daimon che si rivela. Sono la manifestazione simbolica di parti di te che è necessario integrare per completarti ed espanderti.
Il dolore non arriva per distruggerti ma per aiutarti a rinascere, a rinnovarti. Solo se accogli le tue fragilità sarai in grado di trovare la tua vera forza. Una forza che non proviene dalla rigidità, bensì dalla capacità di accogliere le proprie ombre e fragilità.
Come le piante in autunno che devono lasciar cadere le foglie, per far fronte all’inverno e poi rinascere rigogliose in primavera, così quelle rotture servono a concludere un ciclo interiore e iniziarne uno nuovo. Rompersi, equivale a lasciar andare e permette a questo naturale ciclo trasformativo di avvenire.
Risanare le ferite interiori grazie al Kintsugi dell’Anima
Risanare le ferite dell’anima con l’oro della consapevolezza significa integrare la propria ombra e trasformarla in luce.
Questo processo è necessario, seppur doloroso, per l’evoluzione e la piena espressione della propria vera essenza. Affrontare queste esperienze trasformative con il giusto atteggiamento mentale, ti aiuta a trasmutare più rapidamente la sofferenza ed evitare di amplificarla inutilmente.
In questo modo potrai percepire i doni preziosi che le emozioni e gli eventi che ti accadono hanno in serbo per te. Ma potrai riceverli solo quando ti apri interiormente ad essi, accogliendoli fino in fondo, come parti di te.
Il segreto per superare le proprie ferite emotive, è quello di concedersi di vivere intensamente il dolore, la rabbia, la tristezza e qualsiasi emozione stai provando in quel momento.
Concedersi l’emozione, lasciarsi attraversare senza esserne travolti, vuol dire guardare ciò che si prova senza giudicarlo come sbagliato, inopportuno o eccessivo. Provarlo e basta, con la consapevolezza che non è un nemico da combattere ma un dono prezioso da accogliere.
Ogni ferita, per quanto dolorosa, è un dono. Perché può rappresentare una preziosa occasione per crescere e rinascere ad una nuova vita, a nuovi modi di essere.
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